Descrizione
Chi erano i Pitti? Erano i feroci guerrieri con la pelle ricoperta di tatuaggi blu che riuscirono ad arrestare l’avanzata verso Nord dei soldati Romani? Oppure, erano i pigmei miserabili e straccioni descritti dagli storici norvegesi del XII secolo? O ancora, si trattava di qualcuno di quei demoni che vivevano nel sottosuolo delle isole più remote del Nord, che infestavano le superstizioni di feroci pirati come i Vikinghi, i quali, persino al culmine del loro potere non osavano sbarcare su quelle isole?
La realtà è forse più normale di quanto si pensi, ma altrettanto affascinante. Noi non conosciamo con quale nome essi designassero se stessi come popolo, poiché quasi nulla è rimasto di scritto da parte loro, se non le poche incisioni ogamiche rinvenute sulle loro famose pietre erette, indicanti per lo più nomi di singoli personaggi, tribù o gesta di famosi guerrieri.
Il nomignolo di “pictus” (nel plurale “picti”), dal latino “dipinto”, fu assegnato loro dai soldati Romani di guarnigione all’estremo Nord della Britannia Major: la regione di Alba o Caledonia, come veniva chiamata da Celti e Romani l’attuale Scozia.
E, questo soprannome, ebbe presto un tale successo nell’immaginario collettivo, che divenne il “nome proprio” di un intero popolo: i Pitti, un popolo che all’improvviso parve scomparire dalla storia e su cui sin’ora rimase il mistero di dove e perché scomparvero.
Jean de Galibier, insegnante di storia, studia e lavora in una cittadina Alsaziana, ove ha condotto anche numerose ricerche sul campo. Autore di saggi e articoli specializzati è alla sua quarta pubblicazione in Italia.