Descrizione
“La leggenda narra che un Dio anticamente scese sulla Terra.
Le sue reliquie furono raccolte e custodite
nel Tempio del Fuoco sulle falde della Montagna Sacra.
Intorno al tempio fu edificata la città di Rama.
A più riprese eroi leggendari la ampliarono
ed estesero la sua potenza a tutte le terre conosciute,
ma la sua grandezza era quella di custodire l’antica conoscenza,
lo Shan, l’arcaico nome del Graal; una luce che si irradiò per tutta la Terra
e che fu la base del sapere dei Druidi del Tempo.
La città di Rama era protetta da un grande Drago
che interpretava le forze cosmiche dell’universo scaturite dal Vuoto primordiale.
Il Drago insegnava ai Cavalieri del Tempo a lottare e a danzare nel vento
e li introduceva alla conoscenza mistica dello Shan.
Un grande cerchio di pietre era la dimora del Drago,
e custodiva al suo interno il segreto dello Shan.
Venivano da ogni parte del mondo per vedere
il grande cerchio di pietre e per conoscere il suo segreto.
Quando le acque si portarono via la civiltà madre,
Rama rimase la sola a testimoniare l’antico potere del Drago.
I millenni la cancellarono ma la conoscenza che custodiva
è ancora viva nelle tradizioni di tutta la Terra.
Ancora oggi si narra che il cerchio di pietre esiste ma è invisibile
e si mostra solo nella notte di Samain a chi sa cercare.
In quella notte, tutti gli abitanti del posto, umani e non, visibili e non,
si incontrano tra le eterne maestose pietre e celebrano
il ritorno alla Terra ancestrale.”
INTRODUZIONE
I Popoli autoctoni di tutti i continenti conservano un bagaglio tradizionale costituito da miti, leggende, usanze e riti, spesso conservati e trasmessi dagli sciamani. Succede tra gli Apache, tra gli aborigeni australiani o africani, e succede anche in Europa.
Molto spesso le scuole sciamaniche dei Popoli naturali trasmettono i loro insegnamenti a mezzo di leggende allegoriche che celano significati profondi, riferiti a esperienze spirituali. Ma la leggenda può rivelarsi anche come un veicolo per raccontare eventi salienti della storia dell’umanità.
Secondo Platone le leggende non sarebbero solo favole, ma nasconderebbero fatti realmente accaduti nel lontano passato, come nel mito di Fetonte. Heinrich Schliemann, il famoso archeologo tedesco, sembra dargli ragione poiché scoprì la città di Troia seguendo un mito.
La leggenda della città di Rama, una mitica città ciclopica che sarebbe esistita in epoche arcaiche nella Valle di Susa, è stata trasmessa di generazione in generazione dalle “Famiglie celtiche” delle valli piemontesi. Ma le recenti scoperte portano a pensare che non si tratti solo di una leggenda e sembrano dare corpo a quello che per secoli è stato considerato solo un mito.
L’interesse per le origini celtiche dell’Europa ci ha portato a viaggiare per il pianeta e a scoprire incredibili analogie tra le culture che definiamo “Popoli naturali”, ovvero quelle culture native di tutti i continenti che conservano e difendono un rapporto diretto con la Natura, intesa come la manife-stazione di un mistero, l’essenza stessa dell’esistenza.
Nei nostri viaggi ci siamo spesso imbattuti in imponenti installazioni megalitiche che sembravano rappresentare una costante nei nostri percorsi e segnare delle tappe importanti nella nostra ricerca. Di fronte alla estesa presenza di numerosi resti megalitici ci siamo chiesti che cosa potessero rappresentare. Ci siamo resi conto che erano tanto antichi da rappresentare un lontano passato, molto più antico della storia che conosciamo.
I megaliti e le caratteristiche culturali legate a essi sono presenti su tutto il pianeta, compresa l’area dell’Europa e in specifico del Piemonte.
Abbiamo potuto osservare come sia ancora vivo e continuativo il legame culturale tra i megaliti e popoli come i Bretoni o gli Aborigeni australiani. Sia i Bretoni che gli Aborigeni, tante per citarne alcuni, fondano le loro tradizioni e la loro identità sul rapporto con le grandi installazioni.
Questo fatto ci ha portati a pensare che i megaliti rappresentino le radici culturali (anche se cancellate in parte dalle religioni che sono subentrate) da cui proviene l’umanità moderna.
Ci hanno colpito altresì le specifiche caratteristiche culturali condivise in modo sorprendente dai popoli che hanno un legame con i megaliti, pur se lontani tra di loro: costumi sociali, tradizioni musicali, celebrazioni e spiritualità basata sul rapporto con la natura. Elementi presenti anche nelle tradizioni europee compresi i territori del Piemonte.
Le numerose correlazioni ci hanno portato a incuriosirci sulla natura delle nostre effettive radici e abbiamo intrapreso una raccolta delle leggende e delle tradizioni che avevano come riferimento i megaliti.
Questo percorso ci porta ora a intraprendere un viaggio più vicino nello spazio ma forse ancora più lontano nel tempo: un viaggio alla scoperta delle origini del Piemonte e dell’Europa.
In questo percorso, a tratti nebuloso, a tratti chiarissimo, siamo stati spesso guidati da antichi miti come il mito del Graal. Proprio la nostra ricerca sulle origini del mito del Graal ci ha permesso di scoprire un’antichissima leggenda: la leggenda della città di Rama, anch’essa legata al mito del Graal. Sulle tracce di questa leggenda abbiamo fatto delle scoperte sorprendenti che sembrano confermare l’esistenza effettiva di questa grande città ciclopica.
Attraverso la raccolta del corpus di leggende tramandatesi nelle valli piemontesi, emerge un puzzle che permette di delineare un quadro complesso, che può avere dei riscontri storici proprio attraverso l’interpretazione dei reperti megalitici esistenti.
La nostra ricerca è rivolta a un’era protostorica e arcaica. Cerchiamo di ricomporre il mosaico di una storia apparentemente distrutta da secoli di disinformazione, disinteresse, riscrittura delle vicende. Le nostre origini forse provengono proprio da quel popolo misterioso che è scomparso nel nulla ma che ha lasciato vistosi indizi della sua presenza: i reperti megalitici.
I Celti amavano la natura, i loro templi erano i boschi, la loro scrittura si ispirava agli alberi.
Nella nostra ricerca siamo partiti proprio da questo amore per la natura, per la Terra e i suoi abitanti, per la nostra terra.
E abbiamo fatto scoperte che ci hanno stupito ed entusiasmato…
Non vogliamo giungere a nessuna conclusione in particolare, vogliamo solo condividere le nostre ricerche con altri appassionati come noi e dare visibilità al grande patrimonio che abbiamo a portata di mano ed è sotto gli occhi di tutti. Divulgare la realtà storica del megalitismo e dei miti che si collegano a esso affinché ognuno possa trarre le sue personali conclusioni.
Ci auguriamo che la nostra ricerca possa stimolare una indagine approfondita sui reperti megalitici affinché le preziose vestigia dei popoli che ci hanno preceduto non cadano nell’oblìo e nella trascuratezza, ma possano trasmetterci il messaggio che i nostri Antenati hanno voluto lasciarci.