I CELTI I NOSTRI ANTENATI

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Descrizione

“In un’epoca come questa caratterizzata da confusione, cambiamenti, mescolanze ed incertezze, solo un saldo contatto con le proprie radici, solo la consapevolezza di “chi siamo, e da dove veniamo” può permetterci di avere una chiara visione di dove dobbiamo dirigerci per superare la crisi economica, morale, culturale e di identità che ci sta travolgendo.
L’Europa Unita, millenni prima che dall’arida idea di una moneta comune, fu amalgamata in primis dalla civiltà Celtica e poi forgiata da quella Latina e dal Diritto Legale Romano e, negli ultimi due millenni, resa concreta dalla comune cultura Cristiana: senza il chiaro consapevole riconoscimento dell’importanza di queste tre radici comuni, e di tutte le tradizioni culturali nazionali e locali che da questo amalgama si sono forgiate, per l’Europa non vi potrà mai essere né una identificazione popolare di Patria comune, né una comprensione e orgoglio del presente, né tantomeno una visione e speranza per il futuro.” (L.A. Silcan)

Se la civiltà europea “dotta” deriva dall’Impero Romano, la cultura profonda e più vera d’Europa, il suo simbolismo, le sue consuetudini sociali, la musica popolare, fiabe, miti e leggende, sin dal secondo millennio avanti Cristo, si abbeverano tutti nella sua antica matrice celtica.

Con una estensione geografica comprendente pressoché tutta l’Europa e un arco temporale di oltre duemila anni, nonostante la ricchezza delle fonti in nostro possesso, il dominio celtico dell’Europa prima della conquista romana rende a dir poco complicato anche solo il tentare di tracciare un quadro unitario riguardo alle caratteristiche della società celtica.

 

Nei primi anni settanta venne divulgato uno studio sul DNA delle popolazioni europee, poi pubblicato anche su “Scientific American”. In esso si evinceva come ancora oggi a circa duemila anni dalla caduta del dominio celtico sul continente e dal declino della cultura celtica sostituita da quella latina, più del 70% della popolazione europea mostrava un dna di tipo celtico. Parallelamente vari studi ci confermano come, se da un punto di vista della cultura ufficiale, giuridica e costruttiva, la sfida fu vinta dai Romani, a livello di cultura popolare, nelle fiabe, nelle leggende, nelle tradizioni e credenze più profondamente radicate nelle varie società che popolano la Comunità Europea, ancora oggi è l’immaginario celtico a pervadere la nostra vita. Si tratterebbe dunque di nostri Antenati dimenticati, offuscati nel ricordo cosciente dagli strati di eventi dominazioni e culture successive, ma che sopravvivono nei livelli più profondi dell’immaginario collettivo e da lì paiono ancora guidare la vera anima dell’Europa. E diviene dunque doveroso esplorare il loro universo cosìlontano e diverso dal nostro eppure ancora così profondamente impresso dentro di noi appena sotto le soglie della coscienza.

Oggi si dà per acquisito che parlando di Celti non si parla di un singolo popolo, ma piuttosto di una stratificazione di popoli diversi che si fusero insieme con un lento processo durato più di mille anni nel periodo che va dal terzo al secondo millennio avanti Cristo.

Questa civilizzazione, che giunse a estendere il suo dominio sulla quasi totalità dell’Europa, rimase lontano dai riflettori della storia sino al IV secolo avanti Cristo quando, valicate le Alpi, la marea delle tribù celtiche iniziò a riversarsi improvvisamente sui grandi stati mediterranei.

I primi popoli indoeuropei che invasero l’Europa centrale sul finire nel III millennio, i cosiddetti “cavalieri con la scure da combattimento”, conquistarono e poi si amalgamarono con i popoli neolitici che trovarono già stanziati nel cuore dell’Europa.
A questa si succedettero altre ondate di popoli indoeuropei. Si trattò di una tratificazione di popoli diversi in un processo durato più di un millennio in un periodo a cavallo tra il III e il II millennio a.C. Sul finire del II millennio a.C., la fusione era ormai completa, dando luogo ad una etnia composita con costumi religione e lingua in comune.

Quando fecero così la loro prima comparsa nella storia scritta, essi erano già una nazione poliedrica e composita, con più di mille anni di storia alle spalle; una cultura al culmine del proprio splendore e della propria potenza. (tratto dall’Introduzione)

 

INDICE del Volume

Prefazione
Introduzione
– PRIMA PARTE –
– NOTE SULLA CIVILTÀ CELTICA E LA SUA EREDITÀ
di Elena Percivaldi
– I CELTI
La Questione delle Origini
Le Migrazioni e l’impatto con Roma
Vita Quotidiana e Struttura Sociale
Caccia, Pastorizia, Agricoltura, Artigianato
La Fine dei Celti?
Il Calendario Celtico: un Retaggio del Sincretismo

I Santi, Divinità Riviste e Corrette
La Lingua, una radice che non si spezza
Le Sopravvivenze nei Luoghi e nelle Cose
L’Immaginario Celtico nell’Arte Europea
Conclusioni
– Cronologia Essenziale
– Bibliografia Essenziale

– SECONDA PARTE –
– I CELTI IRLANDESI: NATURA E SOCIETÀ TRA BELTAINE E SAMAIN
di Morris Ghezzi
– 1 – BREVI RIFLESSIONI
– 2 – SILENZIO IRLANDESE
– 3 – CORMAC, IL MAIALE, L’ASCIA E IL CEPPO DELLA VERITÀ

– NOTE AL CAPITOLO1
– NOTE AL CAPITOLO2
– NOTE AL CAPITOLO3

– TERZA PARTE –
– TEMPO SACRO DEI CELTI: FESTE LUNARI, FESTE SOLARI
di Silvio Canavese
– 1 – TEMPO SCRO DEI CELTI
– 2 – FESTE LUNARI, FESTE SOLARI

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 23 × 15 cm
Pagine

128

ISBN

88-7392-088-8

Autore / Autori

Elena Percivaldi – Morris Ghezzi – Silvio Canavese