Descrizione
In questa epoca quanto mai confusa e violenta, spesso le differenze culturali e di religione hanno un grande peso nel corso degli eventi.
In questo volume 9 autori visitano, non da studiosi di storia delle religioni ma ciascuno per la propria esperienza, gli aspetti più personali di alcune tra le più importanti, permettendoci di meglio capire l’altro da noi e la sua visione del mondo.
dall’Introduzione
“I CERCANTI DI DIO”
L’umanità, fin dagli albori della preistoria, ha sempre provato un acuto desiderio di andare oltre la mera sopravvivenza materiale, una profonda tensione verso ciò che è spirituale, l’acuto bisogno di vivere in un universo sacralizzato. Il confronto con la nascita e la morte, i cicli delle stagioni della natura e quelli della vita, hanno posto domande spontanee su cosa ci sia prima e cosa venga dopo la nostra esistenza terrena. Forse fu proprio con la venerazione degli antenati, poi divenuto culto dei morti, che nacque la prima religiosità. A questo sentimento spontaneo è strettamente associato il senso del “sacro”, la percezione di qualcosa che è “altro da noi” ma contemporaneamente parte di noi.
“La Religione elabora una spiegazione del destino umano e conduce a un comportamento che attraverso miti, riti e simboli attualizza l’esperienza del sacro” (Julien Ries). Per quanto alcuni siano più sensibili di altri al mondo sottile che soggiace alle apparenze materiali, tutti gli esseri umani provano queste vibrazioni interiori almeno una volta nella vita.
Per quanto non sia mai stata del tutto chiarita, l’etimologia del termine “Religione”, fin dai tempi della Roma classica, viene comunemente fatta derivare dal verbo “re ligare” (legare nuovamente) intendendo con ciò che essa unisce i fedeli tra loro, ancor più del legame di famiglia o di popolo che già li dovrebbe accomunare.
Cicerone (106 a.C.-43 a.C.) invece fa risalire la parola al verbo latino “relegere”, (ripercorrere o rileggere), indicando con questo “legame agli Dèi” una attenzione particolare alla “pietas verso gli Dèi” e al rispetto delle leggi morali e di culto che ben presto si svilupparono ovunque. Da qui al considerare la “Religione” come “vincoli che legano l’uomo” il passo fu breve e filosofi come Epicuro si impegnarono proprio a liberare l’uomo dalle pastoie di regole create da uomini per mantenere un indebito potere sui loro simili: era nato il “prete burocrate”.
Sin dagli inizi si venne dunque a creare una profonda dicotomia tra lo spirito religioso di chi cercava un contatto con le forze spirituali che trascendono l’umanità, opposti a coloro che trasformarono la spiritualità in Religione strutturata, in un mestiere, in potenti organizzazioni burocratiche di controllo sociale e politico oltre che sicuramente volte anche a un compito di Guida Spirituale.
Con l’avvento dei pensatori Cristiani il valore semantico di “Religione” tornò verso il concetto ciceroniano di “ciò che lega di fronte agli Dèi” che intanto si erano trasformati nell’unico Dio.
Per il dizionario, “la Religione è quell’insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l’essere umano singolo, o una intera comunità, nell’esperienza di ciò che viene considerato sacro, in modo speciale con la divinità, oppure è quell’insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell’insieme, entrano a far parte di un determinato culto religioso”.
Nelle culture non europee il termine “Religione” deriva ovviamente da altre radici linguistiche ma, “mutatis mutandi”, la problematica e il senso di fondo del simbolismo, rimangono sostanzialmente gli stessi.
Secondo l’analisi di Max Weber (1864-1920), le Religioni mondiali, nel corso della storia, si sono mostrate in grado di raccogliere vaste masse di credenti e di influenzare il corso degli eventi, portando anche ad enormi trasformazioni sociali e influendo globalmente sia sulla vita sociale sia su quella economica. Questo vale soprattutto per le grandi religioni monoteiste dotate di una forte struttura organizzativa e di potere.
In ogni caso, che ci si trovi in una struttura confessionale o che si sia semplicemente pervasi da un libero sentimento primitivo di religiosità naturale, gli uomini più sensibili al richiamo dell’infinito rimangono sempre dei “Cercanti di Dio”, insoddisfatti delle apparenze materiali e che aspirano a dissetare il proprio Spirito alla sorgente originaria dell’esistenza. Ma l’uomo è un essere complesso e, la stessa spinta che per qualcuno diviene stimolo di ricerca, per altri diviene fonte di timore, rifiuto dell’impalpabile, paura dell’aldilà dopo la morte che spinge a un disperato attaccamento agli aspetti più materiali, “concreti” e rassicuranti della realtà quotidiana. Si genera così un rifiuto psicologico di tutto ciò che è spirituale per fuggire ai timori dell’incertezza che esso genera.
Tale divisione causò in tempi più recenti la costante rivalità tra scienza e spiritualità.
“Lo spirituale può spiegare il materiale ma il materiale non può spiegare lo spirituale.” Da questa antica legge della Scienza Sacra Tradizionale si evince che, mentre la spiritualità può analizzare la scienza, la scienza non potrà mai arrivare a comprendere la spiritualità. Anche se ad un primo approccio la religiosità può essere analizzata sotto vari livelli psicologico-procedurali, alla fine potrà essere veramente intesa solo da un punto di vista prettamente Spirituale.
Questo ci fa ritornare al bisogno di sacralità che permea da sempre lo spirito umano.
Il termine “sacro” (dal latino sacer) indica ciò che è stato “consacrato” (reso sacro o santo). Ove con il termine “santo” (sanctus) ci si collega al verbo latino “sancire” (delimitare, stabilire) per indicare ciò che è separato e delimitato per motivi religiosi.
In senso generale il Sacro è il carattere di ciò che possiede un valore assoluto ed è, nella sua essenza, separato e nascosto, e perciò non raggiungibile, almeno non nei modi in cui si ha accesso alle cose “profane”.
Il bisogno dell’uomo di avvicinarsi al Sacro è una tensione che fa parte della natura umana e che implica un obiettivo e un percorso. Si tratta al tempo stesso dell’aspirazione a qualcosa da possedere e da cui essere posseduti. Il senso del Sacro non caratterizza solo il singolo Uomo ma tutta l’Umanità sempre e ovunque. Esso attraversa tempi, luoghi, società e culture diverse, ricomparendo sempre a dispetto delle diverse condizioni ambientali.
Oggi, apparentemente, il rapporto tra Sacro e profano non è più sentito. Forse questo è dovuto al semplice fatto che una delle due caratteristiche sia scomparsa, e nel mondo del benessere materiale la realtà profana pare dominare e annullare quella “sacra”. Pare, ma poi ci accorgiamo, di un senso di vuoto, di un desiderio inesausto, che nessuna quantità di ricchezza, cibi, comodità o lusso profano, pare in grado di poter soddisfare.
Quando si parla di “profano” dobbiamo ricordare l’origine del termine. Il “profano” è l’opposto del “Sacro”. Nell’antichità il tempio era diviso in due, c’era una parte consacrata, il “fanum” (o “nemeton” o “sancta santorum”) e poi, davanti o attorno al fanum, uno spazio di “confine” che era proprio per questo detto “pro-fanum”, da cui deriva il termine “profano”, cioè tutto ciò che è estraneo alle cose sacre, segrete, e per estensione anche atto a indicare tutto ciò che è esterno alla Religione.
Il Sacro assume così semanticamente il valore di “separato”, non tanto come concezione morale ma soprattutto come qualifica di luoghi e persone che devono venire a contatto con la Divinità e la sua incommensurabile potenza.
L’ Altissimo, il divino, è sempre troppo potente per l’uomo e quindi il porsi a contatto con il “divino” deve essere atto riservato a Persone Consacrate, Iniziati, Santi Uomini, che hanno già intrapreso un importante percorso spirituale e si trovano ormai “separati” dal resto della comunità, adeguatamente preparati ad affrontare tale incontro.
Non si tratta più del semplice rapporto spirituale di ogni uomo con la divinità che è in lui, ma del passaggio dalla sfera del profano a quella del Sacro.
Vagando tra le definizioni di enciclopedie e di studiosi delle Religioni, troviamo ulteriori classificazioni analitiche. Viene innanzitutto distinta una “Religione naturale, quella fondata sulla stessa natura dell’uomo che con le sue sole forze e con quelle della ragione può giungere a Dio e spiegarsi l’immortalità dell’anima e l’universalità della legge morale.” Ad essa si contrappone una “Religione positiva, quella fondata su un complesso di verità rivelate da Dio agli uomini, in un certo momento del tempo, e sulle quali, di fatto, si basano le sacre istituzioni che operano nella storia.”
Comunque la si voglia vedere, l’Umanità sente il bisogno di vivere in un Universo sacralizzato. L’essere umano ha psicologicamente bisogno dei rituali religiosi perché danno ordine al “Chaos”, offrendo sicurezza e un punto di riferimento nell’incertezza del vivere. Il rito porta il Sacro tra noi e con questo dà ordine e significato agli eventi del Mondo. Non a caso tra i riti più antichi figurano proprio quelli di sepoltura, purificazione, fondazione, iniziazione, che servivano a dare ordine e coesione alle prime società nascenti della razza umana. Il rito religioso, nella sua forma superiore e più vera, serve proprio a questo: a trascendere la condizione umana. …..
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Indice
Introduzione :
I CERCANTI DI DIO
CAPITOLO UNO – L’ EBRAISMO
di Roberto Mirteto
QUALCHE CONSIDERAZIONE SULL’ EBRAISMO
CAPITOLO DUE – IL BUDDISMO
di Gian Maria Baro
BUDDISMO TRA STATO LAICO E
CAPITOLO TRE – IL TAOISMO
di Max Barbero
IL TAOISMO
CAPITOLO QUATTRO – IL CRISTIANESIMO
di Domenico Devoti
IL CRISTIANESIMO
CAPITOLO CINQUE – IL SUFISMO
di Silvio Canavese
STORIA
UNA SPIRITUALITà INDIVIDUALE
ESSERE UN SUFI
IL PERCORSO INIZIATICO
ORGANIZZAZIONE
IL MAESTRO
I MOMENTI DELLA RIUNIONE SUFI
CAPITOLO SEI – L’ INDUISMO
di Franco Rocca
PREMESSA
FISIOLOGIA DELLE ESPERIENZE SPIRITUALI
LE VIE DELLA TRADIZIONE
SVILUPPI STORICI, DOTTRINALI E LETTERARI
L’INDUISMO NEI SUOI CARATTERI FONDAMENTALI
IL CICLO UMANO : SAMSARA, KARMAN E MOKSA
IL SUONO ENERGIA
IL DARSANA VEDANTA
STATI MOLTEPLICI DELL’ ESSERE
CAPITOLO SETTE – L’ ISLAM
di Muin Masri
L’ ISLAM RACCONTATO AI MIEI FRATELLI
CENNI STORICI
I SIMBOLI NELL’ ISLAM
L’ ISLAM E LE ALTRE RELIGIONI
USANZE NELL’ ISLAM
L’ ISLAM E IL MALE
L’ ISLAM E LE DONNE
CAPITOLO OTTO – L’ ISLAM E LO STATO LAICO
di Pier Vittorio Gard
PREMESSA
L’ ISLAM
I TESTI DOTTRINALI DELLA RELIGIONE ISLAMICA :
* IL CORANO
* LA SUNNA
* LA SHARIA
LA SHARI’ A E LA DONNA
FONDAMENTALI CORANICI DELLE LEGGI DELLA SHARI’A NEI CONFRONTI DELLA DONNA
LE DUE OPPOSTE CORRENTI DI PENSIERO NEL MONDO ISLAMICO MODERNO
IL PENSIERO MODERNISTA
IL CORANO DELLA MECCA E IL CORANO DI MEDINA
IL CORANO COME DISCORSO, NON COME UN TESTO
MASSONERIA E ISLAM
CAPITOLO NOVE – L’ ETICA
di Mauro Valentini
SERVE DIO IN ETICA ?
esempi “strani e particolari” DI ETICA DIVINA